La parcella record di cui si sta parlando molto in questi ultimi tempi è quella da ventidue milioni di euro da pagare a Massimiliano Fuksas per progettare il nuovo palazzo della Regione, il grattacielo trasparente di via Spina 1. Una parcella eccessiva, secondo Roberto Cota, neogovernatore del Piemonte, che ci tiene a precisare che «la Regione si trova ora con un pesante buco. Oltre 500 milioni che mancano all’appello sul bilancio 2010 e che dovremmo trovare tagliando gli sprechi. Questa è l’eredità ricevuta dalla precedente amministrazione di centrosinistra ed è mio dovere denunciarla per non esserne corresponsabile. In questa situazione, quello di Fuksas è uno spreco ingiustificato».

Dalla precedente amministrazione fanno sapere che quanto è stato pagato a Fuksas corrisponde a una parcella professionale pari a meno del 10 per cento del totale, che è 300 milioni di euro, ed è stata stabilita in base ai tariffari dell’Ordine degli architetti, per aver fornito progetto preliminare ed esecutivo, di questo grattacielo per 3mila persone, di ecologia sostenibile.

Intanto l’archistar dalla morale facile ed il portafogli gonfio, commenta la decisione di Cota di inviare tutta la documentazione relativa agli incarichi affidati al suo studio, alla Corte dei Conti, per verificare se le parcelle sono congrue, con un “abbiamo anche fatto lo sconto! E poi bisogna togliere l’iva, e così si arriva a 18 milioni”

Secondo la sua versione di questi 18 milioni, al progetto spetterebbe solo il 40%, mentre il 60% sarebbe dovuto alle opere di ingegneria, ma fatto sta che i conti non tornano e mai si era vista una tale parcella.

Intanto il Times va giù pesante, citando Fuksas in un articolo sulla decadenza romana e descrivendo la sua Nuvola dell’Eur come “un gingillo gigante in quello che è ancora il centro del nulla”.

Della stessa opinione ma con meno peli sulla lingua anche Vittorio Sgarbi, che ha definito i suoi progetti una “merda”, senza risparmiare colpi neanche a Fuksas, “ladrone inverecondo: quella parcella non l’avrebbe fatta neanche Michelangelo, che nella sua vita è costato molto meno”
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