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Abito da sposa Ludovica Caramis

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L’abito da sposa di Ludovica Caramis, moglie di Mattia Destro sicuramente è stato il più chiacchierato del 2014 fino ad oggi. Appariscente e audace, ha scatenato non pochi commenti. Vediamo cosa ne pensano i fashion blogger della redazione di Archistyle.

Ludovica Caramis soubrette televisiva ha sposato l’1 settembre l’attaccante della roma Mattia Destro e per il fatidico sì ha scelto un abito molto discusso ma sicuramente degno di nota e destinato a non passare certo inosservato.

Si tratta di un abito lungo senza strascico di un bianco candido. La gonna a vita alta le fascia completamente la vita per poi aprirsi leggermente alla base all’altezza delle ginocchia.

Lo stile dell’abito da sposa è decisamente spagnoleggiante, lo si può notare anche dall’acconciatura della sposa con raccolto dalla riga centrale e velo bordato di pizzo, e dalla parte superiore dell’abito ancora in pizzo.

Cosa apprezzare e cosa bocciare di quest’abito allora?

Da apprezzare c’è sicuramente la splendida fattura dell’abito, e i tagli perfetti in grado di mettere in risalto il fisico della soubrette. Meraviglioso il velo bordato, l’acconciatura molto composta e la scelta della manica lunga in un tripudio di incantevoli pizzi.

Azzeccata la scelta della manica lunga, perfetta per il clima instabile di questo inizio settembre che le ha assicurato di non apparire inappropriata e fuoristagione con un eventuale abito estivo che l’1 di settembre sarebbe potuta essere una scelta abbastanza naturale ma che la sposa non ha voluto saggiamente cogliere. Ed ha fatto benissimo.

Il bordo dello scollo è molto delicato ma Ludovica purtroppo ha esagerato, dando a quest’ abito splendido, un look troppo audace, accentuando lo scollo, troppo profondo, forse ispirandosi o imitando il vestito da sposa di Belen e osando eccessive trasparenze, soprattutto per una cerimonia in chiesa.

Il giorno del matrimonio non dovrebbe essere l’occasione per apparire provocante, attirando gli sguardi maliziosi e offuscando completamente la figura del consorte. Va bene soffrire di complessi di inferiorità nei confronti del più celebre marito, ma monopolizzare l’attenzione con il suo look  è stato un po’ fuoriluogo. Peccato.

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